Economia e bene comune
Benedetto Gui
pubblicato su Città Nuova n. 21/2008
Un libro di Stefano Zamagni ripropone una categoria di pensiero quanto mai attuale.
Nel modo di pensare della gran parte degli esperti, ma anche di molti comuni cittadini, ciò che è in gioco nella vita economica è una specie di grande torta, fatta di generi alimentari, vestiti, ingressi al cinema o tagli di capelli, che i cittadini prima producono e poi consumano. E, come ben sappiamo, quello che mangio o indosso io non puoi utilizzarlo tu, e così su quella poltroncina (del cinema o del parrucchiere) o mi ci siedo io o ti ci siedi tu, in quell'orario. In altre parole, il mio consumo è mio e il tuo consumo è tuo. In realtà non siamo affatto separati.
Perché si dice che attraverso il proprio lavoro una persona si
realizza? La ragione è che quella posizione può fornire a chi la occupa
non solo una paga che si trasformerà in generi alimentari o in tagli di
capelli, ma anche qualcosa di immateriale che pure ha valore:
l'opportunità di crearsi una rete di relazioni diversa da quella
familiare e di avere un ruolo riconosciuto agli occhi di colleghi,
fornitori o clienti.
In ciò la relazione con l'altro ha una funzione cruciale. Qui però non
si tratta delle usuali forme di relazione economica, come quella dello
scambio, della collaborazione produttiva, o della ripartizione del
prodotto. Qui l'altro è colui che riscontra la nostra competenza, che
ci accetta come parte di un'organizzazione, che esprime apprezzamenti o
ringraziamenti.
È l'altro che guarda i vestiti che indossiamo (ammirandoli,
disprezzandoli o semplicemente accettandoli); è l'altro che popola le
feste a cui partecipiamo (accogliendoci, intrattenendoci, o
snobbandoci); e così via.
Ma allora, se le cose stanno così, il benessere è qualcosa che tiene
conto anche di fenomeni intersoggettivi come la qualità delle relazioni
interpersonali in cui siamo immersi e i significati condivisi che
possono arricchire il vissuto di un posto di lavoro o di un'esperienza
associativa.
Nel bene comune - scrive Zamagni nel suo libro L'economia del bene
comune (Città Nuova) - il vantaggio che ciascuno trae per il fatto di
far parte di una certa comunità non può essere scisso dal vantaggio che
altri pure ne traggono. Come a dire che l'interesse di ognuno si
realizza assieme a quello degli altri, non già contro né a prescindere
dall'interesse degli altri.
La compenetrazione tra la nostra vita e quella di tanti altri nostri
concittadini è un dato di fatto, che ci piaccia o no. Riconoscerla,
anziché relegarla tra i dettagli che la scienza economica può
trascurare, permette di sottolineare le grandi potenzialità che essa
contiene, se siamo pronti ad impostare le relazioni interpersonali in
modo aperto e costruttivo.